Con Pepper la robot therapy arriva in pediatria

Trovarsi di fronte a un robot dotato di Intelligenza Artificiale è un’esperienza che ti fa rimanere con la bocca spalancata: dopo qualche attimo ci si dimentica di avere a che fare con un “non umano” e si cerca di dialogare con lui (o lei!): lo si accarezza e si cerca un contatto fisico con il robot… poi si comincia a ballare insieme.

Il responsabile della nuova esperienza che abbiamo vissuto in radio è Pepper, un robot umanoide alto 121 cm equipaggiato con nasino all’insù, due grandi occhi blu, sensori e videocamere un po’ ovunque, che sa parlare varie lingue (anche un po’ di dialetto veneto).

Il suo lavoro è quello di intrattenere ed educare piccoli pazienti, uno alla volta o in gruppo, adattandosi immediatamente alle loro caratteristiche (età, sesso, nome, lingua materna, stato emotivo e cognitivo…). Spesso viene usato durante la fase preparatoria prima di procedure o esami dolorosi: nella fase di addormentamento con anestesia, per esempio, i bambini possono giocare con il robot e scacciare l’ansia.

“Pepper è un concentrato di intelligenza artificiale molto evoluto – ha detto l’ing. Roberto Mancin, responsabile sviluppo tecnologie innovative del dipartimento di Salute della donna e del bambino dell’Università di Padova – è programmato per fare praticamente qualsiasi cosa. Infatti i bambini, e anche i genitori, lo adorano”.

Pepper è uno dei robot Unipd – l’altro è Nao, il fratello “minore” – e il suo lavoro nel reparto di Pediatria è cominciato da poco: “fino ad oggi – ha continuato Roberto Mancin – ha conosciuto una ventina di pazienti, visto che è arrivato da poco, ma entro la fine di quest’anno circa un migliaio di bambini starà in sua compagnia.” Pepper non è un presidio medico, quanto piuttosto un trattamento simile alla “pet therapy” o alla “clown therapy” che aiuta i giovanissimi pazienti dell’ospedale di Padova a sopportare, con il sorriso, un periodo di degenza o un esame doloroso. “E capita spesso – conclude Mancin, fuori onda – che i bambini, una volta dimessi, ci chiedano di portare Pepper nella loro scuola per farle conoscere tutta la classe!”

Monica Panetto ha firmato un approfondimento sulle “terapie non farmacologiche”, su IlBo magazine:

sono parte integrante e complementare all’uso dei farmaci somministrati ai bambini prima di eseguire esami dolorosi e invasivi. Servono a ridurre l’ansia e la paura e, di conseguenza, anche la quantità di farmaco necessario per la sedazione. Esistono tecniche cognitive che vanno a influenzare la percezione da parte del bambino di ciò che accadrà, tramite immagini, filmati, musica, giochi interattivi, e tecniche comportamentali come il rilassamento muscolare e il controllo della respirazione. Finora l’utilizzo di robot come terapia non farmacologica ha un solo precedente. Nel 2013 Beran, Ramirez Serrano e altri scienziati della facoltà di Medicina della University of Calgary in Canada pubblicano uno studio che illustra l’impiego di Nao con bambini sottoposti a vaccinazione.

E giovedì 11 maggio alle 18 si parlerà di robot proprio al Galileo Festival dell’innovazione organizzato dall’Università di Padova fino al 13 maggio. All’incontro non sappiamo se Pepper parteciperà, ma sicuramente ci saranno Massimo Sideri, innovation editor del Corriere della Sera e direttore del festival, e Giorgio Metta, vicedirettore dell’IIT-Istituto Italiano di Tecnologia, R1. L’incontro è a ingresso gratuito (su prenotazione qui).

Gioia
Chi è Gioia
Coordino e dirigo RadioBue.it e mi occupo di eventi e comunicazione per l’ufficio Relazioni pubbliche dell’ateneo di Padova. Mi piace leggere e consigliare libri in sintonia con i desideri dei lettori il venerdì in radio alle 13.30 nella rubrica "Personal Book Shopper - dimmi chi sei ti dirò cosa leggere"
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