M° Filippo Gamba @ auditorium Cesare Pollini, 26 ottobre 2016

Rigore e minuziosa precisione. Un suono elegante ed esatto, mai titubante o sbavato, interpretazione attenta e posata di tre autori importanti quali Robert Schumann, Franz Schubert e Claude Debussy. Questo è stato mercoledì sera il M° Filippo Gamba, che si è esibito in un concerto di piano solo all’auditorium Cesare Pollini di Padova, in occasione della stagione concertistica in corso organizzata dall’associazione Amici della musica di Padova (ASCOLTA L’INTERVISTA).

Un repertorio classico per il pianista veronese, oggi professore alla Musik-Akademie di Basilea, da sempre fedele a un’idea intima e cordiale del fare musica. Ad aprire il concerto sono stati i Momenti musicali op. 92, una raccolta di sei composizioni che appartengono alla fase più avanzata della carriera di Schubert, composti tra il 1823 e il 1828. Brani celebri, considerati alla base del foglio pianistico romantico.

A Schubert viene accostato Schumann, con le sue Scene della foresta, le Waldszenen, nove pezzi per pianoforte composti un ventennio dopo i Momenti musicali, tra il dicembre 1848 e il gennaio 1849. I brani, dai toni splendidamente romantici, sono ispirati a immagini e soggetti naturali e fanno riferimento ai temi della fantasia e dell’irrazionalità che trovano la loro ambientazione nello scenario della foresta.

Dopo l’intervallo il M° Gamba coinvolge il pubblico in un considerevole salto del tempo e propone alla platea l’esecuzione dell’ultimo Debussy. Si cambia epoca e concezione del mondo con il secondo libro dei preludi (1910-1912). I temi romantici lasciano il posto all’astrattismo e al simbolismo francese. Quelli di Debussy sono preludi sui generis, privi di qualsiasi forma codificata e molto complessi per struttura e tecnica pianistica, tuttavia affrontati con apparente leggerezza dal Maestro. Il secondo libro dei preludi si compone di 12 brani, quasi tutti scritti su tre righi, anziché due, per enfatizzare la ripartizione delle voci nei differenti registri. Sonorità di gran lunga più complesse e stridenti rispetto al primo tempo della serata, non nascondono però anche tratti ironici. Al 9° preludio ad esempio, dal titolo Hommage à S. Pickwick Esq. P.P.M.P.C, l’ascoltatore attento può riconoscere un’evidente citazione dell’inno nazionale del Regno Unito, inserito dall’autore nell’intento di offrire un’ironica raffigurazione del temperamento inglese. Note che hanno colto di sprovvista un pubblico entusiasta del rigore interpretativo del Maestro.

Francesca Papais