La sonda spaziale Juno è in orbita intorno a Giove

Dopo 5 anni la sonda Juno, lanciata dalla Nasa, entra nell’orbita di Giove. Qual è la portata di questo evento? L’abbiamo chiesto al prof. Stefano Debei, direttore del CISAS il Centro di ateneo di studi e attività spaziali “Giuseppe Colombo”.

“Questo fatto ha un’importanza storica – ha dichiarato il professore -. La notizia ha un impatto forte anche per il contributo italiano. Abbiamo portato un satellite nel sistema solare dopo un miliardo di chilometri. Ora si andrà ad investigare l’origine e l’evoluzione di Giove. E’ la prima volta che si va così vicini al pianeta


Incalzato dalla nostra curiosità, il direttore del CISAS ci racconta anche quali sono le sfide globali delle agenzie spaziali nei prossimi anni: “Entro il 2040  – dice Debei – vogliamo portare un astronauta su Marte. Ad oggi non sopravviverebbe al viaggio”. Ascolta l’intervista qui

Galileo aveva addocchiato Marte nel lontano 1610 quando, in una sera invernale, secondo quando dice la leggenda, dalla Specola stava guardando il cielo. Aveva inventato da appena un anno il telescopio, presentandolo tra lo stupore di tutti a Venezia, quando il 7 gennaio, con gli occhi all’insù, vide uno strano pallino in lontananza. Vicino a questo pianeta Galileo vide anche degli altri “astri” che ad occhio nudo erano praticamente invisibili. Erano i satelliti di Giove e furono i primi corpi celesti del sistema solare ad essere scoperti con il telescopio.

Ora l’uomo sembra essere arrivato più che mai vicino al quinto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal sole. Il merito è di questa sonda, Juno, che, nella notte italiana tra lunedì 4 e martedì 5 luglio 2016 (precisamente alle 5:53 del mattino), è riuscita ad entrare nell’orbita del pianeta più grande del Sistema Solare.

 

La sonda, larga 20 metri e alta 4,5 avrà ora l’arduo compito di rispondere alle innumerevoli domande ancora aperte riguardo sia la composizione fisica che atmosferica di Giove.

La sonda, al cui interno c’è un nucleo anche italiano – come spiega il prof. Stefano Debei nell’intervista ai nostri microfoni – è stata lanciata il 5 agosto 2011 da Cape Canaverland in Florida, e, dopo quasi 3 miliardi di chilometri e 5 anni di viaggio è finalmente arrivata a destinazione. Juno compierà 32 orbite attorno a Giove durante le quali percorrerà circa 560 milioni di chilometri raccogliendo informazioni che invierà alla Terra. Al termine del suo lavoro, come un’anziano e diligente robot Juno si lascerà attrarre nell’atmosfera gioviana e si lascerà bruciare fino a svanire nel nulla. L’ultimo giorno di vita di Juno, come da previsioni della NASA, dovrebbe essere il 20 febbraio 2018.

La sonda Juno al suo interno ha due componenti fondamentali nati e creati in Italia. Il cuore della sonda infatti è Jiram (Jovian InfraRed Auroral Mapper, cioè un mappatore all’infrarosso di aurore gioviane), che è stato finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana. Questo strumento tecnologico servirà per studiare gli strati superiori dell’atmosfera gioviana e dovrebbe essere in grado di rilevare l’eventuale presenza di metano, vapore acqueo, ammoniaca e fosfina. Un altro componente “italiano” è il KaT (Ka-Band Translator), cioè uno strumento che dovrebbe servire per studiare la struttura interna di Giove, in base alle variazioni della gravità del suo nucleo.

All’interno di Juno però non c’è solamente tecnologia. La NASA infatti, in collaborazione con LEGO ha deciso di inviare sullo spazio tre omini rappresentanti: Galileo Galilei con il suo telescopio, Giove e le sue saette e la moglie Giunone.

via facebook NASA's Juno Mission

Dentro la sonda Juno inoltre c’è anche una targa proprio dedicata a colui che vide Giove per la prima volta nella storia. Le parole sono state tratte da un suo manoscritto:

Nell’11esimo (giorno), era in questa formazione, e la stella più vicina a Giove era metà della dimensione dell’altra e molto vicina all’altra così che, durante le precedenti notti, tutte e tre le stelle osservate erano della stessa dimensione e distanti ugualmente; così che è evitante che intorno a Giove ci sono tre stelle che si muovono, invisibili a tutti fino ad ora.

via facebook NASAs Juno Mission

Antonio Massariolo
Chi è Antonio Massariolo
Ho un progetto che parla di #mafialnord (http://www.109-96.it ), lavoro in radio @radiobue, scrivo su @veneziatoday e ho un canale telegram @lostrillone