I migliori dischi usciti nel 2016 secondo Radiobue.it

Siamo agli sgoccioli di questo 2016, un anno che ci ha tolto molto, musicalmente parlando, ma che ha anche regalato bellissima musica. È stato un anno particolarmente prolifico, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, con grandi artisti che mettono a segno il loro miglior album dopo anni oppure emergenti alla loro prima uscita sulle quali si nutre una grandissima aspettativa per il futuro. Questi perciò sono i dieci migliori album usciti nel 2016 (almeno secondo noi): magari non sono esattamente degli album più artisticamente rilevanti di quest’anno, ma sono sicuramente quelli che ci sono piaciuti di più.

Solange - A Seat At The Table

Solange Knowles (esatto, è la sorella di Beyoncé) pubblica il suo terzo album dopo delle uscite che, vuoi un po’ per la banalità e la mancanza di brani forti, non si era filato nessuno. Solange perciò ci pensa su, si prende una pausa dai riflettori e dedica quasi otto anni alla scrittura e alla registrazione di A Seat At The Table, oltre che ad un preciso restyling del suo personaggio. Il risultato è pazzesco: un album complesso, articolato come un concept album degli anni ’70, con intermezzi parlati e collaborazioni di tutto rispetto (si passa da Q-Tip degli A Tribe Called Quest fino ad uno dei più promettenti emergenti dell’ultimo periodo, Sampha). Una celebrazione della blackness, dal punto di vista culturale e musicale, in un album che merita a tutti gli effetti uno spazio nel ripiano dei vostri dischi preferiti.

Kayne West - The Life of Pablo

Si può dire di tutto su Kanye West, tranne che non sappia fare i dischi. Si tratta di un personaggio controverso, se non altro dall’immagine pubblica che dà di sé, ma è anche una delle menti musicali più prolifiche e geniali degli ultimi vent’anni. Ovviamente assieme a Kanye collaborano fior fiore di produttori ed autori, ma la visione d’insieme è comunque la sua. Il suo settimo album, The Life of Pablo, si può dire un distillato della sua esperienza musicale: ci sono ballad dalla sensibilità straordinaria come Ultralight Beam, i singoli più commerciali come Famous e Fade, per spingersi fino alla violenza e la sperimentazione di No More Parties in LA. Un’ottimo ascolto anche per chi non capisce un’acca di hip-hop.

HÆLOS - Full Circle

Un ascolto obbligato per tutti i fan di London Grammar e The xx, l’album di debutto degli HÆLOS è una sorta di reincarnazione di Dummy dei Portishead, ovviamente declinato al 2016. Atmosfere cupe, abbondante uso di samples per un disco registrato con strumenti veri che suona come un album elettronico. Ci sono richiami alla techno e alla drum n’ bass, ma la matrice che regna fortissima è comunque quella del trip-hop. Il vero punto di forza del progetto sono però le voci congiunte di Lotti Benardout e Arthur Delaney, che si rincorrono creando curiosi contrasti e armonie. Un’album di un’intensità rara, specialmente considerando che si tratta di un debutto.

BadBadNotGood - IV

Occhio, con questo andiamo sul raffinato/difficile. Si tratta di un disco simil-jazz imbastardito con l’hip-hop, che come diceva Coltrane, piace solo a chi lo fa. Scherzi a parte, il quarto album dei BadBadNotGood, formazione canadese, suona incredibilmente bene, specie nelle tracce strumentali. È un disco da smanettoni, per quelli che uno po’ si deliziano nella contemplazione degli assoli e della cura dei suoni, che però divaga spesso verso orizzonti un po’ dissonanti a volte fastidiosi per chi non è abituato. Però è uno di quegli album in grado di unire magnificamente due generi ritenuti agli antipodi, il jazz e l’hip-hop, una cosa molto divertente specie considerando che è fatto da quattro ragazzi palliducci.

M.I.A. - AIM

Meglio abbassare subito il tono: AIM, il nuovo album di M.I.A., è un concentrato di tamarraggine e twerking (in senso buono, ovviamente). La cantante/rapper/visual artist di origine tamil continua a mescolare world music con la dancehall, producendo un quinto album che alza definitivamente l’asticella del vostro concetto di “quanto di strano posso ascoltare”. AIM è probabilmente il risultato più equilibrato raggiunto da M.I.A., in quanto la cantante è riuscita a bilanciare sapientemente la giusta dose di melodicità con l’uso di bassi molesti. Ottimo per quando siete in mood “pulisco casa”.

Nao - For All We Know

Nao è una sorta di outsider. Non ha una voce propriamente bella, almeno secondo i canoni estetici comuni, ma forse è proprio questa sua caratteristica a renderla affascinante. Cresciuta a Nottingham,  Neo Jessica Joshua studia canto jazz prima di dedicarsi al “wonky funk”, come ha ribatezzato il suo personalissimo stile musicale. Si tratta di un amalgama di soul, funk e R&B mescolato su di una pesante base elettronica. E’ proprio la produzione a fare la differenza: le canzoni sono ritmate, profonde, con suoni elettronici piuttosto pesanti ed estranei al genere. Un album strano, ma decisamente indispensabile.

Black Mountain - IV

Con i Black Mountain torniamo invece verso un genere ben adatto ai nostalgici: fan dei Jefferson Airplane, Quicksilver Messenger Service e Black Sabbath andranno in brodo di giuggiole nell’ascoltare questo concentrato di psichedelia imbastardita con l’hard rock. In IV ci sono canzoni lunghissime (almeno per gli standard attuali), costruite come le facevano una volta: intro sterminati, organo hammond e assoli di chitarra (una rarità al giorno d’oggi). Come per gli HÆLOS, anche qui il punto di forza è l’alternanza dei due cantanti, Stephen McBean e Amber Webber, che creano effetti insoliti ed aggiungono una gran varietà all’album.

Bleeding Heart Pigeons - Is

Tre ragazzi sperduti nella campagna irlandese sono riusciti a dare vita ad un album estremamente complesso ed interessante. Is, dei Bleeding Heart Pigeons, è ricco di spunti interessanti che ogni nuova band dovrebbe studiare. I grandi appassionati sentiranno un richiamo ai Foals, ma la band di Limerick include anche una certa dose di psichedelia e qualche falsetto alla Radiohead che non fa mai male. Ma è la loro personalissima forma canzone a rappresentare una novità: strofe che si susseguono e si stratificano una sull’altra, con ritornelli non meglio definiti, per poi esplodere all’improvviso. Una complessità che molte band fanno fatica a raggiungere in un’ intera discografia. Anche qui la cura dei suoni è magistrale e mai scontata.

Nick Cave & The Bad Seeds - Skeleton Tree

Ci ho pensato a lungo su chi includere nel listone di fine anno, se Blackstar di David Bowie oppure Nick Cave. Questa volta ha vinto il cuore. Skeleton Tree è di una delicatezza unica, pur non essendo un album molto melodico, specie se rapportato alle produzioni attuali. La voce di Nick Cave, che i fan hanno imparato ad amare negli anni, non è esattamente un’esempio di intonazione perfetta, ed in alcuni brani come Girl In Amber è addirittura strozzata, rotta dall’emozione. Le frasi melodiche sono pressoché inesistenti, eppure Skeleton Tree è capace di investirti con un carico emotivo immenso: come sempre, è impossibile approciarsi a Nick Cave senza il testo sottomano, vero protagonista di tutte le canzoni.

Beyoncé - Lemonade

Chiudiamo la classifica con Queen Bey. Il sesto album in studio di Beyoncé ha stupito un po’ tutti, dalla critica al pubblico, per la qualità e la profondità del lavoro. Basta dire che agli ultimi Grammy ha ricevuto ben 9 nomination. Non siamo più a livelli di Single Ladies, ma a una poetica del tutto nuova, declinata spesso anche attraverso termini provenienti dallo slang afroamericano (primo fra tutti il brano Formation). Il nuovo album Lemonade è strutturato come un prodotto artistico completo: ogni brano ha infatti un corrispettivo videoclip, legato l’uno all’altro da intermezzi parlati provenienti dalla storia personale di Beyoncé. Un progetto ambizioso che mantiene comunque una sua logica pop, pur non scadendo nel tormentone da classifica.

Tommaso Rocchi
Chi è Tommaso Rocchi
Avidissimo divoratore di musica (e di buona cucina in generale), qui in radio mi occupo della programmazione musicale e di scovare artisti che non avete ancora mai sentito nominare. Se cercate un consiglio musicale, sapete a chi potete chiedere!
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