Tutti i dati sui laureati Unipd

AlmaLaurea, cioè il consorzio interuniversitario a cui aderiscono 73 atenei italiani, ha presentato il XIX rapporto sul “profilo e sulla condizione occupazione” degli studenti universitari. Le indagini hanno coinvolto gli studenti laureati in 71 università diverse. I dati che riguardano gli oltre 270.000 laureati si riferiscono all’anno 2016.

LA SITUAZIONE DELL'UNIVERSITÀ DI PADOVA

I laureati nel 2016 dell’Università di Padova (PRIMA NELLA CLASSIFICA ANVUR) presi in esame nel XIX Rapporto sul Profilo dei laureati sono 12.380 (7.376 di primo livello, 3.757 magistrali biennali e 1.174 a ciclo unico; i restanti sono laureati pre-riforma o del corso non riformato in Scienze della Formazione primaria).

CITTADINANZA, PROVENIENZA E BACKGROUND FORMATIVO.

Il 19% dei laureati proviene da fuori regione; in particolare è il 16% tra i triennali e il 29% tra i magistrali biennali. La quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari al 3,1%: il 2,8% tra i triennali e il 3,5% tra i magistrali biennali. È in possesso di un diploma di tipo liceale (classico, scientifico e linguistico) il 65% dei laureati: è il 61% per il primo livello e il 67% per i magistrali biennali. Possiede un diploma tecnico il 21% dei laureati: è il 24% per il primo livello e il 18% per i magistrali biennali. Residuale la quota dei laureati con diploma professionale.

ETÀ MEDIA DI LAUREA

Uno dei dati che interessa sempre di più gli studenti è quello dell’età media dei laureati. A Padova si attesta sui 25,4 anni (24,4 anni per i laureati di primo livello e 26,7 anni per i magistrali biennali). Un dato su cui però incide anche il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati, infatti, si immatricolano subito dopo aver ottenuto il titolo di scuola secondaria superiore.

Il 61% dei laureati terminano l’università in corso: in particolare sono il 63% tra i triennali e il 62% tra i magistrali biennali.

VOTO MEDIO DI LAUREA

Il voto medio di laurea è 101,9 su 110: 99,0 per i laureati di primo livello e 106,7 per i magistrali biennali.

ERASMUS E STUDENTI/LAVORATORI

Il 13% dei laureati: l’8% per i triennali e il 22% per magistrali biennali (quota che sale al 26% considerando anche coloro che le hanno compiute solo nel triennio) ha fatto un Erasmus.

Il 68% dei laureati ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari: è il 69% tra i laureati di primo livello e il 68% tra i magistrali biennali.

LA LAUREA SERVE A TROVARE LAVORO?

Il tasso di occupazione, considerando 6.801 laureati triennali del 2015 contattati a un anno dal titolo, è del 79%, mentre quello di disoccupazione (calcolato sulle forze di lavoro, cioè su coloro che sono già inseriti o intenzionati a inserirsi nel mercato del lavoro) è pari al 13%.

Il 28% degli occupati può contare su un lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato (compreso quello a tutele crescenti), mentre il 12% svolge un’attività autonoma effettiva (liberi professionisti, lavoratori in proprio, imprenditori, ecc.). La retribuzione è in media di 1.151 euro mensili netti.

Per quanto riguarda i laureati magistrali biennali del 2015, sono stati contattati dopo un anno dal titolo in 3.571, mentre quelli del 2011 coinvolti a cinque anni sono 3.713.

A un anno dalla laurea il 74% dei laureati magistrali biennali del 2015 è occupato (sono compresi anche coloro che sono in formazione retribuita). Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 13%.

Il 33% ha un contratto a tempo indeterminato (compreso quello a tutele crescenti), mentre il 7% svolge un’attività autonoma. La retribuzione è di 1.143 euro mensili netti;

A cinque anni dalla laurea invece, l’88% dei laureati magistrali biennali del 2011 è occupato. Il tasso di disoccupazione è pari al 6%. Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato (compreso quello a tutele crescenti) sono il 57%, mentre svolge un lavoro autonomo il 19%. Le retribuzioni arrivano a 1.414 euro mensili netti.

DOVE VANNO A LAVORARE I LAUREATI?

Il 77% dei laureati è inserito nel settore privato, il 15% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit (7%). L’ambito dei servizi assorbe il 68%, l’industria accoglie il 27% degli occupati. Marginale la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.

*Tutti i dati per gentile concessione di AlmaLaurea