Visita agli Hansa Studios, il tempio della musica a Berlino

Rubo volutamente l’immagine della Berlino-santuario al duca bianco, perché in questa città pure io ho visto un santuario, un santuario della musica. E chi da pellegrino come me capita qua, non può proprio perdersi la visita agli Hansa Tonstudios. Proprio in questi giorni, a poca distanza dall’uscita del documentario “Hansa Studios: By the Wall 1976-1990” (in programma il 10 gennaio su Sky Arte), ho avuto la fortuna di metterci piede.

Per farlo ho dovuto smanettare un po’ su internet e contattare Thilo Schmied, che dal 2005 porta persone da tutto il mondo alla scoperta degli studi dove hanno registrato Bowie, Iggy Pop, Depeche Mode, U2, REM, Brian Eno, Nick Cave e tanti altri. Leggo tutte recensioni molto positive e quindi mi fido, prenoto la mia visita. Punto forte del tour guidato è proprio la cura e la passione di Thilo nel raccontare la storia degli studios lungo i suoi 4 decenni di attività. In due ore e mezza mai un momento di noia, mai qualcosa di poco chiaro.
All’inizio della visita si può capire quanto la storia degli Hansa Tonstudios sia strettamente legata alla storia di Berlino. Sono anche chiamati “Hansa by the Wall” proprio perché vicinissimi al muro, situati nella Berlino Ovest, a qualche minuto a piedi da Potsdamer Platz.

Quello che si può visitare con i tour organizzati oggi sono la Meistersaal (ex Studio 2) e lo Studio 1. Quest’ultimo è ancora utilizzato, quindi non è possibile vederlo in certi giorni. Ma la maggior parte della storia degli studios si è fatta nella Meistersaal. Per salirci, si percorrono delle scale che sono una sorta di Abbey Road per i fan dei Depeche Mode: questo perché una famosa foto del loro periodo agli Hansa li ritrae distesi proprio sulla scalinata che porta alla Meistersaal. Thilo confessa che molti visitatori vogliono una foto così. Bando al comprensibile fanatismo, la sala ora non è più usata come studio di registrazione ma per eventi ed esibizioni live. Qui vennero registrate tra le tante Heroes e Lust for Life. Aneddoto interessante quanto fondamentale che Thilo racconta proprio su “Heroes” è che vennero usati più microfoni simultaneamente a distanza, con David nel mezzo, perché si potesse “sentire la stanza” durante il ritornello dove la voce era usata al suo massimo.

Se la visita allo studio 2 è storia, quella allo studio 1 è tecnica. Thilo spiega in termini semplici ed efficaci le caratteristiche tecniche dello studio. Se tutto è stato chiaro ad una che sa suonare solo i campanelli, potete stare tranquilli che è una visita davvero alla portata di tutti gli amanti della musica, musicisti o meno.

Devo precisare che la visita agli studi è possibile solo tramite delle visite organizzate da Berlin Music Tour. Per esperienza personale vi consiglio di controllare spesso date e orario di visita disponibili e di tenervi sempre un’alternativa, perché potrebbe capitare che il gruppo sia così piccolo da far saltare il tour stesso. Come si legge, un tour può risultare piuttosto costoso e questo varia di volta in volta a seconda del numero di partecipanti. Ma, fidatevi, vale ogni centesimo speso.