Venezia 73: la recensione di Piuma

LA TRAMA

Quando arrivano le difficoltà il Samurai se ne rallegra. Forse è perché è scemo, direbbe Cate. No, risponderebbe Ferro: è che quando l’acqua sale, la barca fa altrettanto.

Per Ferro e Cate saranno i nove mesi più burrascosi delle loro vite, anche se loro non hanno ancora capito la tempesta che sta arrivando: alla bambina ci penseranno quando nasce. E poi comunque devono preparare la maturità insieme al Patema e agli altri amici, il viaggio in Spagna e Marocco, vogliono pensare all’estate più lunga della loro vita, alla casa dove stare insieme, ai loro sogni di diciottenni.

A non essere pronti non sono solo Ferro e Cate ma anche i loro genitori: quelli di Ferro, che prima li aiutano e poi vanno in crisi sfiorando il divorzio; quelli di Cate, più assenti e in difficoltà di lei. Tutti alle prese, loro malgrado, con un nipote e una responsabilità in arrivo con quindici anni di anticipo.

Insomma, di solito ci si mette trenta o quarant’anni per essere pronti a diventare genitori, Ferro e Cate hanno solo nove mesi. E purtroppo un figlio non ti aspetta. Tu puoi essere pronto o meno ma lui arriverà. Ma se rimani leggero come una piuma e con il cuore dalla parte giusta, allora forse ce la puoi fare.

LA RECENSIONE

“Il film è andato molto bene in sala e ci siamo fatte delle grasse risate – ha detto all’uscita dalla sala la nostra inviata dal Lido Erika -. La storia di questi due ragazzi per 9 mesi, tra decisioni e ripensamenti”.

“Il film mi è piaciuto molto – ha dichiarato Federica Gambetta de Il Mattino di Padova – anche perchè ha raccontato una storia vera. Con questo film capisci perchè la gente non fa più figli”.

Il nostro voto per Piuma: 28/30