Venezia 73: la recensione di Les beaux jours d’Aranjuez

LA TRAMA

Un bel giorno d’estate. Un giardino. Una terrazza. Una donna e un uomo all’ombra degli alberi, un vento leggero d’estate. In lontananza, nella vasta pianura, la silhouette di Parigi.

Inizia un dialogo, domande e risposte tra l’uomo e la donna. Parlano di esperienze sessuali, d’infanzia, di ricordi, dell’essenza dell’’state e di cosa distingue gli uomini dalle donne.

Sullo sfondo, nella casa che si affaccia sulla terrazza, uno scrittore immagina il dialogo della coppia e inizia a scrivere. O forse è il contrario? Forse sono i due protagonisti che raccontano ciò che è scritto sulla carta?

LA RECENSIONE

“Ci aspettavamo molto da questo film ma siamo sorprese –  ha detto all’uscita dalla sala la nostra inviata dal Lido Francesca -. Intanto è durato un sacco e poi, anche a causa di problemi tecnici sia con gli occhiali 3D che con i sottotitoli, non ci ha entusiasmate. Il film è tutto un dialogo tra i due protagonisti in cui si salva solo la colonna sonora, con la prima canzone di Lou Reed ed il cameo della partecipazione di Nick Cave, che fa una comparsata suonando il piano in una veranda”.

Il nostro voto per Les beaux jours d’Aranjuez: 20/30