Universerìe: il laboratorio per creare una serie teatrale
Il laboratorio Universerìe 2017 del Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale e compagnia Amor Vacui è ripartito anche quest’anno aprendo il bando delle candidature che si chiuderà il 23 marzo (le iscrizioni sono state prorogate). È la seconda edizione di questo progetto molto speciale che trasforma il teatro in una “serie teatrale” universitaria.
In che senso?
Universerìe è un laboratorio di drammaturgia e recitazione rivolto agli studenti universitari che produrrà, in primavera, quattro episodi teatrali a tema “vita vera” universitaria. È a partecipazione gratuita, aperto a 20 partecipanti (divisi nei due percorsi formativi) e anche a professori, ricercatori, personale tecnico, e pure il Rettore… se solo avesse tempo.
È un inedito esperimento di instant-drama che mescola finzione e realtà per produrre la prima mini-serie che racconti dal vivo, attraverso il teatro, la vita universitaria della città di Padova.
Abbiamo chiesto al regista degli instant-drama Lorenzo Maragoni, di Amor Vacui, cos’è una serie teatrale e a Florinda e Laura, studentesse iscritte al laboratorio dell’anno scorso, com’è stato imparare le parti in 3 giorni! Ascolta la prima parte dell’intervista
© foto di Serena Pea
Il laboratorio Universerìe 2017 si inserisce nell’ambito del progetto OFFICINA di Teatro contemporaneo e si organizza così: la serie sarà composta di quattro spettacoli-episodi brevi (di circa 15 minuti ciascuno) e visibili a ingresso libero in quattro serate al Ridotto del Teatro Verdi di Padova tra aprile e giugno 2017, con un bonus: il gran finale con il “Best of” ossia un vero e proprio spettacolo comprendente tutti e quattro gli episodi. L’anno scorso i posti andarono bruciati.
Gli instant-drama saranno scritti e interpretati dai partecipanti al laboratorio che saranno coordinati, affiancati e diretti dagli attori professionisti dalla compagnia Amor Vacui.
Florinda, Laura e Lorenzo ci raccontano che in scena, l’anno scorso, accadde di tutto come preparare persino una carbonara! Ascolta l’intervista
© foto di Serena Pea