Sollevamento dei continenti e diamanti: uno studio ne spiega la relazione

Nella rivista Nature Geoscience è stato pubblicato uno studio nato dalla collaborazione tra l‘Università degli Studi di Padova e l’University of Illinois: il tema centrale della ricerca Modification of the Western Gondwana craton by plume-lithosphere interaction è il sollevamento in tempi relativamente recenti di alcune porzioni cratoniche.

Ascolta l’intervista completa a Manuele Faccenda

Cosa sono i cratoni?

I cratoni sono le aree più rigide, antiche e tettonicamente stabili della Terra che per milioni di anni non hanno subito modificazioni e si trovano generalmente all’interno dei continenti: “Vengono solitamente interpretati come aree fredde, stabili e con scarso rilievo topografico – spiega il prof. Lijun Liu dell’University of Illinois, coordinatore del progetto -. Fredde perché sono distanti dai livelli caldi del mantello, stabili perché la crosta non è stata interessata da deformazione e la loro bassa elevazione è dovuta alla continua esposizione ai processi erosivi”.

La ricerca sulla dinamica dei cratoni e giacimenti diamantiferi

Al progetto ha partecipato anche il dott. Manuele Faccenda, professore di Geodinamica del Dipartimento di Geoscienza all’università di Padova. Lo studio ha preso in esame numerosi dati geologici, geofisici e di calcolo numerico per dare una spiegazione alla dinamica recente e anomala dei cratoni del Sud America e dell’Africa sub-equatoriale: “Le porzioni più profonde dei cratoni sono probabilmente formate da rocce molto dense – spiega il professore Unipd – che “zavorrano” i continenti, il che spiegherebbe la bassa elevazione di questi ultimi”.

La ricerca ha inoltre rilevato che i cratoni, talvolta, possono essere erosi da materiale caldo e meno denso che risale dal profondo della Terra: il processo è noto come delaminazione. Il materiale caldo, una volta raffreddato, forma una radice nei cratoni: “La conseguenza più importante del processo di delaminazione è una diminuzione della densità media del cratone che causa un sollevamento dell’intera regione. Inoltre – continua il prof. Faccenda – l’interazione tra materiale “caldo” e base “fredda” del cratone genera una serie di reazioni chimiche che porterebbe alla risalita verso l’alto di materiale ricco di carbonio con conseguente  formazione di depositi diamantiferi in superficie”.

La formazioni dei giacimenti di diamanti è ancora oggi oggetto di dibattito, è possibile leggere un abstract dell’articolo nel sito di Nature Geoscience.