Team Unipd vince il primo premio all’Open Accelerator

L’Open Accelerator è il programma di accelerazione nel campo delle scienze della vita– il fast-track accelerator program – sostenuto dal gruppo Zambon. Per il secondo anno consecutivo l’azienda ha quindi voluto premiare quei gruppi di ricerca in grado di “portare a maturazione idee nuove nelle scienze della vita”.

Il primo premio da 100.000 euro se l’è aggiudicato un team dell’Università di Padova e dell’Università di Milano-Bicocca – ASST di Monza. La squadra, capitanata da Margherita Morpurgo, delegata del Rettore per il trasferimento tecnologico nelle scienze della vita, si chiama Ananas Liver e ha lavorato a un “sistema per patologie epatiche croniche che limita gli effetti collaterali indesiderati”.

Stiamo parlando di nanoparticelle che serviranno a curare le malattie autoimmuni del fegato: sarà possibile trasportare il farmaco dove serve, rilasciarlo quanto serve, senza avere effetti collaterali; questo perché si tratta di elementi biodegradabili e biocompatibili, che non hanno residui.

 

“Fonderemo un’impresa e useremo queste risorse per approfondire gli studi in vivo e arrivare a dimostrare l’efficacia in più modelli di malattia – afferma Margherita Morpurgo – serviranno alcuni anni e ai 100.000 euro del premio dovranno aggiungersi altri finanziamenti significativi. La nostra tecnologia migliorerà la vita dei pazienti e anche il bilancio della spesa sanitaria. Il finanziamento ricevuto servirà ad aprire una start-up innovativa e completare la prima fase del lungo percorso necessario per arrivare a un nuovo farmaco”.

Nel team padovano, anche il prof. Paolo Gubitta, vicedirettore del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali: “Questo successo ci dice qualche cosa che va oltre l’innovazione tecnologica. Ci dice che la ricerca scientifica “non ha confini” e che le collaborazioni interuniversitarie sono indispensabili. Ci dice, in linea con la strategia del Rettore Rizzuto, che “la contaminazione interdisciplinare” è la chiave del successo. E ci dice che bisogna dare opportunità alle giovani generazioni: Chiara Tamburini ed Elena Pigato sono ancora due 25enni laureande in Business Administration: ma nessuno se n’è accorto vedendole lavorare a questo progetto”.