Twin Peaks terza stagione: quando i musicisti diventano attori

Era il 1991 quando Laura Palmer promise all’agente Cooper che si sarebbero rivisti “Tra 25 anni!” e puntualmente nel 2016, senza alcun preavviso, David Lynch e Mark Frost hanno annunciato il ritorno per il prossimo 21 maggio di una delle serie televisive più amate e rivoluzionarie della storia: Twin Peaks.

 

La storia legata a Twin Peaks (GUARDA IL TEASER) è abbastanza contorta e controversa, si potrebbe definire quasi un esperimento finito male in cui la produzione, cercando di lucrare il più possibile sugli ascolti, decise di far svelare l’identità dell’assassino di Laura Palmer, l’enigma principale di tutta la serie, solo a metà della seconda stagione, per poi sviluppare le altre sotto-trame durante le puntate successive.

Le conseguenze furono il crollo drastico degli spettatori e la cancellazione prematura dello show. Nonostante tutto Twin Peaks venne presa come esempio da moltissimi altri autori di altrettante serie tv di enorme successo come X-Files, Fringe e Lost, grazie a un’innovativa e solidissima scrittura in grado di miscelare più generi narrativi in episodi ricchi di cliffhanger e con personaggi iconici.

Fondamentale per la sua sopravvivenza fu anche l’accoglienza e l’affetto dimostrato dal pubblico, oltre all’entusiasmo della critica, che ha mantenuto vivo l’interesse per la serie, con tanto di numerose ristampe Home Video, arrivando quindi alla conferma di una terza e conclusiva stagione.

Ciò che colpisce di questa terza stagione è in primis il cast enciclopedico in cui troviamo, oltre a moltissimi interpreti già visti nelle prime due stagioni, altri nomi noti nella filmografia lynchana, due su tutti Laura Dern e Naomi Watts, ma anche nuove insospettabili presenze (Monica Bellucci, Jim Belushi, Michael Cera) e diversi musicisti in ruoli non ancora specificati ma già da questo piccolo dettaglio è possibile riconoscere un certo marchio di fabbrica dell’autore.

Da sinistra: Miguel Ferrer (Agente Rosenfield) Kyle MacLachlan (Agente Cooper) David Lynch (Gordon Cole) David Bowie (Agente Jeffries) sul set di Fuoco cammina con me (1995)

Sono ormai passati undici anni dalla prima di INLAND EMPIRE (scritto rigorosamente in maiuscolo), ultima fatica di Lynch per il grande schermo, ma non si può dire che in questo lungo periodo il cineasta sia rimasto con le mani in mano. Nonostante sia conosciuto soprattutto per le sue pluripremiate opere cinematografiche, il suo Mulholland Drive, miglior regia a Cannes 2001, è stato da poco eletto miglior film del XXI secolo dalla BBC, David Lynch è facilmente considerabile una delle figure artistiche più complete e influenti di sempre, forte di una serie di opere interessanti non solo per quanto riguarda la settima arte ma anche in ambito pittorico, letterario, televisivo e soprattutto musicale.

Giusto per fare qualche esempio: George Lucas aveva pensato proprio a Lynch per la regia de Il ritorno de lo Jedi, capitolo conclusivo della trilogia storica di Star Wars, mentre Stanley Kubrick faceva vedere Eraserhead, primo lungometraggio del maestro di Los Angeles, al cast Shining ogni giorno prima di iniziare le riprese.

A proposito di Eraserhead (1977) fu proprio Lynch a firmarne la colonna sonora: musica bruitista e dark ambient, ricca di dissonanze e suoni lo-fi, un gioiellino quasi underground degno delle migliori proiezioni di mezzanotte e questo fu solo l’inizio della sua eccentrica carriera musicale. A partire da Velluto Blu (1986), i film di Lynch sono sempre stati musicati dal maestro Badalamenti ed è interessante notare come il regista abbia preferito continuare la propria carriera da musicista principalmente al di fuori dell’ambiente cinematografico, con una serie di progetti altrettanto eclettici come i Bluebob (2001), il progetto di soundscape The air is on fire (2007) o i suoi dischi “pop” Crazy Clown Time (2011) e The big dream (2013) caratterizzati da batterie grezze o elettroniche, una voce nasale fastidiosa e chitarre ricche di effetti, quasi a ricreare una dimensione onirica tipica dei suoi film.

Le sue musiche sono storie di film mai realizzati e non è un caso che il regista abbia ricominciato a dedicarsi alla musica a tempo pieno dopo aver appeso la macchina da presa al chiodo nel 2006. Ciò che affascina è che nella musica, così come nel cinema e in tutte le altre forme artistiche da lui sperimentate, Lynch riesca a mantenere una certa estetica inconfondibile e che riesca a farla trasmettere anche agli autori da lui coinvolti nei suoi progetti, trasformando delle icone del pop in icone specifiche del suo universo cinematografico. Basti pensare ai dischi realizzati in collaborazione con la sua nuova pupilla Chrysta Bell, un dream pop etereo ma in grado di ricreare atmosfere cupe e inquietanti dalle quali emerge una voce riverberata, o all’utilizzo che fa di David Bowie in Fuoco cammina con me, una presenza onirica, misteriosa e inquietante, quasi un alieno, o di Marylin Manson in Strade Perdute. Adattando sempre il personaggio del film all’icona che si è creato il musicista che lo interpreta

L’utilizzo di musicisti come attori torna sempre nella filmografia del regista statunitense e la terza stagione di Twin Peaks non farà eccezioni. Ancora non sappiamo molto su questi nuovi personaggi, né un nome, né tantomeno se daranno un contributo alle musiche che accompagneranno la vicenda, in ogni caso, soprattutto se si parla di Lynch, mai dire mai. L’unico che si è esposto maggiormente è Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam, che l’anno scorso ha pubblicato Out of sand un nuovo singolo che molto probabilmente farà parte dello show televisivo.

Il pubblico di Twin Peaks è familiare con questo genere di musica. Di ballate malinconiche durante lo show se ne sono sentite parecchie, ricordiamo Just You suonata da James Hurley e cantata insieme a Donna e Maddy e i brani interpretati dalla cantante Julee Cruise. Leggendo bene i nomi dei musicisti presenti nel cast potremmo ben sperare anche in alcuni possibili loro contributi musicali e, conoscendo la direzione musicale su cui si sta muovendo ultimamente David Lynch, non è un caso che tra i tanti nomi compaiano Sharon Van Etten, musicista indie con forti tendenze folk, Sky Ferreira cantante synthpop che ha sempre navigato tra il pop e le sperimentazioni, e la già citata Chrysta Bell, nuova pupilla del regista statunitense. Artiste interessanti, affascinanti e in un certo senso associate a sonorità già affini alla serie. Artiste che si riveleranno, in un modo o nell’altro, fondamentali perché la donna stessa è l’elemento fondamentale dell’estetica lynchana. La bellezza femminile ha sempre funto da filtro in grado di ipnotizzare lo spettatore celando la realtà inquietante in secondo piano, creando questa dimensione disturbante ma al tempo stesso attraente.

Ciliegina sulla torta è la presenza di Trent Reznor (Nine Inch Nails) sempre più attivo nel panorama dei compositori per film grazie soprattutto alla collaborazione con Atticus Ross per le musiche dei film di David Fincher The social network, Uomini che odiano le donne e Gone girl in cui comparivano sonorità elettronica, ambient e bruitiste, proprio come le sperimentazioni musicali dello stesso Lynch a inizio carriera. Un contributo musicale ad opera di Reznor potrebbe quindi accentuare l’idea di “opera testamento” che in molti stanno già attribuendo a questa stagione finale di Twin Peaks: un’antologia dell’estetica lynchana in cui compariranno tutti i marchi di fabbrica del regista con continui riferimenti al suo passato in modo da dare un senso di chiusura e completezza non solo all’universo di Twin Peaks ma all’opera omnia di David Lynch.

Purtroppo non esistono ancora certezze a riguardo, come sempre il regista tende a non spiegare o anticipare e le domande che ruotano attorno a questa misteriosa terza stagione sono ancora troppe. Non ci resta che aspettare con pazienza il 21 maggio, magari allietando l’attesa con una bella maratona di ripasso, prima di entrare un’ultima volta a Twin Peaks, a 25 anni dalla nostra ultima visita.