The Legend of Zelda, quando la musica controlla un videogame

Appurato che i videogiochi non causano dipendenza, siamo finalmente assolti per nostri pomeriggi oziosi passati in compagnia della nostra console preferita. Non solo, possiamo effettivamente rivalutare il tempo dedicato al gioco come un momento altamente formativo. Perché sempre di più i videogiochi stanno diventando (o lo sono già) opere d’arte, capaci di mescolare diversi media con una coerenza addirittura superiore a quella di film o serie tv. Nel corso degli ultimi vent’anni, i videogiochi hanno sviluppato una narrazione sempre più complessa ed emozionante, andando a pescare da antiche mitologie od opere letterarie importanti elementi di background, creando saghe entrate oramai nell’immaginario popolare.

Vista anche la recente uscita del nuovo capitolo Breath of The Wild per Nintendo Switch, abbiamo pensato di andare a ripescare i momenti musicali più emozionanti della leggendaria saga, scoprendo quanto profondamente la musica sia interconnessa al mondo di Hyrule e quanto spesso la struttura stessa del gioco dipenda da essa.

Ocarina of Time è probabilmente il capitolo più famoso della saga di The Legend Of Zelda. Si tratta di un gioco che dalla sua uscita nel 1998 ha rivoluzionato l’industria videoludica, creando un mondo straordinario grazie alla profondità della narrazione, la complessità delle meccaniche di gioco e alla alta dose di esplorazione e di avventura. Ma Ocarina of Time ebbe anche un altro primato, spesso poco considerato: fu il primo videogioco nel quale dovevi effettivamente suonare uno strumento per azionare le meccaniche più importanti del gioco.

Nel corso della sua avventura, il protagonista Link entrava in possesso dell’Ocarina del Tempo, un misterioso artefatto che permette di alterare il flusso del tempo suonando una canzone, tramandata di generazione in generazione dalla famiglia reale. Nel corso del gioco, Link imparerà nuove canzoni, che gli permetteranno di cambiare la notte con il giorno, far piovere ed ovviamente spostarsi nel tempo e nello spazio.

Il giocatore doveva così dilettarsi nel suonare un’ocarina virtuale, premendo i tasti giusti al momento giusto, per poter superare ostacoli fino a quel momento insormontabili. La colonna sonora composta da Koji Kondo è stata strutturata sulla base delle note prodotte dall’ocarina, in modo da potersi adattare al controller del Nintendo 64. Si trattava di una meccanica di gioco completamente nuova e mai tentata prima, che ha contribuito al successo del capitolo grazie soprattutto alla bellezza delle musiche, diventate iconiche a distanza di anni. Il ruolo attivo della musica è stato ripreso nel capitolo successivo Majora’s Mask, The Wind Waker e, seppure in versione “animalesca”, nel capitolo Twilight Princess per Nintendo Wii.

 

Ocarina of Time introdusse così un importante concetto nel mondo dei videogame, ripreso da in seguito da molti altri giochi di ambientazione fantasy: il fatto che il suono, ed in particolare la musica, sia in grado di alterare la realtà che ci circonda. Si tratta di un concetto che proviene da diverse mitologie o saghe epiche: il canto delle sirene nell’Odissea, il suono primordiale che secondo l’induismo ha generato l’universo fino ad arrivare alle canzoni utilizzate dagli sciamani pellerossa per mettersi in contatto con il mondo degli spiriti. Lo stesso Tolkien, nel suo Silmarillion, affida la creazione del mondo ad un coro di divinità che grazie alle armonie prodotte genera tutto ciò che esiste in natura.

Musica e videogiochi hanno dialogato magnificamente in questo capitolo, stimolando la creazione di contenuti sempre più innovativi e complessi. Ma soprattutto Ocarina of Time ha dato una grande morale a molti giocatori: il fatto che un ragazzino, per quanto inesperto ma armato di coraggio, possa cambiare il corso della storia grazie ad un oggetto tanto umile quanto un’ocarina.

Tommaso Rocchi
Chi è Tommaso Rocchi
Avidissimo divoratore di musica (e di buona cucina in generale), qui in radio mi occupo della programmazione musicale e di scovare artisti che non avete ancora mai sentito nominare. Se cercate un consiglio musicale, sapete a chi potete chiedere!
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