In questi giorni ci è capitato sottomano un libro molto interessante: Storie della buonanotte per bambine ribelli. Racconta di donne coraggiose che si sono spinte controcorrente, ma che proprio grazie alla loro intraprendenza sono riuscite a raggiungere risultati che nessuno si sarebbe aspettato. Sfogliandolo abbiamo trovato tante storie interessanti anche per un pubblico più adulto (e non solo femminile) e ci siamo accorti di come, anche nel mondo della musica, ci sono state molte donne che hanno rivoluzionato il mondo della musica per come lo conosciamo, rompendo tabù o convenzioni che oggi diamo per scontati.

Joan Jett

The Runaways sono state un fenomeno decisamente sottovalutato all’epoca, specialmente in patria. Si trattava a tutti gli effetti della prima punk band (almeno per attitudine) tutta al femminile: formate a Los Angeles nel 1975, la band di Joan Jett, Sandy West, Cherie Currie, Jackie Fox e Lita Ford doveva confrontarsi con un panorama musicale alquanto estraneo. Primo fra tutti il problema di essere una band tutta femminile in un contesto prettamente maschile. Come ha rivelato la stessa Joan in un’intervista: “Abbiamo legato non tanto per la musica, ma per il fatto che eravamo tutte donne e suonavamo degli strumenti. Molte persone pensavano che non dovessimo farlo, non gli piaceva che glielo sbattessimo in faccia”.

L’altra questione riguardava lo stile: a metà degli anni ’70, nella West Coast andavano gruppi come gli Eagles o i Doobie Brothers. C’era un peaceful easy feeling, una sorta di spensieratezza. Tutto questo non apparteneva alle Runaways, che si sentivano estranee a questa scena musicale. “Ci sembrava che in quel momento non stesse succedendo nulla a Los Angeles”. Chitarre aggressive, lingerie e tute aderenti erano il segno distintivo di queste cinque ragazze, il cui unico obiettivo era quello di spaccare il mondo.