La sfida archeologica Unipd a Pompei con il progetto MACH

Il Progetto MACH è uno dei Progetti strategici di Ateneo con il quale l’Università di Padova concentra significative risorse per consentire di sviluppare la ricerca e sperimentare nuovi approcci metodologici.

In questo caso stiamo parlando di un progetto che si occupa di siti archeologici e che mette insieme il lavoro di tre Dipartimenti: Ingegneria – ICEA – Geoscienze – Beni Culturali: 50 ricercatori hanno lavorato assieme, da luglio 2015 a giugno 2017, contaminando le loro conoscenze, per arrivare ad elaborare nuovi metodi condivisi e raggiungere risultati innovativi.

Il Progetto MACH – la versione estesa è Multidisciplinary methodological Approaches to the knowledge, conservation and valorization of Cultural Heritage – ha raggiunto il terzo step con i lavori a Pompei, dopo quelli fatti nei siti di Nora in Sardegna e Gortina a Creta. E’ stato scelto come caso di studio il complesso del Terme del Sarno: un complesso architettonico impressionante, posto a cavallo del fronte meridionale della città, in un settore di Pompei poco indagato e mai aperto al pubblico. Il complesso è l’esito dell’accorpamento, trasformazione e sviluppo di due abitazioni affacciate con terrazze verso il mare; nella fase finale prevedeva oltre 100 ambienti e si articolava su sei piani, accogliendo molteplici funzioni (residenziali, ricreative, di servizio, forse anche pubbliche).

“A Pompei abbiamo lavorato in un sito di eccezionale valore, in particolare nell’area delle Terme del Sarno – ha dichiarato il prof. Jacopo Bonetto – qui i ricercatori provenienti dai diversi Dipartimenti hanno trovato una grande sinergia, perché l’approccio a una città antica richiede multidisciplinarietà”.

“La location dove vorrei lavorare? Se potessi continuare a farlo in Sardegna, a Gortyna e a Pompei – ha aggiunto Jacopo Bonetto – sarei super soddisfatto, anche per ragioni istituzionali: credo che per l’Università di Padova continuare a lavorare in questi tre siti, e in particolare a Pompei, sia una ragione di orgoglio e soddisfazione”.

Osticino
Chi è Osticino
A metà tra l'intrattenitore e il giornalista: racconto storie e ci facciamo due risate. Mi piace parlare di biciclette, di avventure strane e di tutto quello che è "alternativo". Ho anche un progetto di audio documentari che raccontano i beni confiscati alla mafia in Veneto