RoboESL: arriva il progetto della robotica educativa

La strategia Europa 2020 mira ad abbassare la soglia del tasso di abbandono scolastico prematuro, da parte dei giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni, al di sotto del 10%. Il traguardo per il nostro paese era del 16% e a questo punto stato raggiunto: tra il 2009 e il 2014, infatti, il tasso è sceso dal 19,5% al 15%. Ma questo non basta per gli obiettivi fissati dalla strategia europea.

Molti paesi hanno fatto partire attività di assistenza linguistica a studenti stranieri o di sostegno a ragazzi con scarso risultati scolastici e sviluppato nuove attività extracurricolari.

Anche i Italia ci sono alcune eccellenze in materia. Ne è esempio il liceo scientifico “Enrico Fermi” di Genova che, in collaborazione con l’Università di Padova, ha realizzato il progetto RoboESL (Robotics-based learning inventions for preventing school failure and early school leaving) finanziato proprio dalla Comunità Europea.

Si tratta di un programma che prevede come obiettivo principale quello di potenziare le attività extracurricolari, aiutare i ragazzi in difficoltà e stimolare il loro interesse verso le attività didattiche. Stiamo parlando di un modo di insegnare materie scolastiche utilizzando un robot attraverso “dei kit di costruzione e programmazione a scopo didattico”.
Questo progetto è stato studiato in base alle teorie di pedagogisti come Seymoour Papert, Jean Piaget e il project-based learning, approccio di insegnamento che si poggia su questo progetto diversamente da quello tradizionale accademico.

“E’ un robot che ha diversi vantaggi – ha dichiarato ai nostri microfoni il prof. Michele Moro -: è abbastanza potente, il suo cuore è costituito da un computer che ha grosso modo la potenza di calcolo di uno smartphone, si può programmare come un normale pc attraverso un linguaggio iconico che viene caricato sul robot che può muoversi autonomamente usando i propri sensori per capire l’ambiente in cui si muove. Il motivo principale – continua il prof.Moro – è per motivare l’interesse per le materie scientifiche, ma è chiaro che ci sono diversi collegamenti con molte altre discipline, basta pensare al cinema, alla letteratura o alla sociologia.”

Scopo primario è anche quello di riuscire a formare gli insegnanti, sono stati avviati, infatti, dei corsi di formazione appositamente per i docenti.
Il piano ha in programma l’articolazione di dieci progetti  didattici di robotica educativa interdisciplinare resi disponibili gratuitamente online, la creazione di un portale web che faciliti le varie collaborazioni tra docenti-allievi e la produzione di un nuovo curriculum per corsi di formazione per gli insegnanti.

I primi risultati delle sperimentazioni che vedono coinvolti gruppi di studenti selezionati è stato positivo, il livello di interesse e partecipazione ha generato un ottimo successo.
Un esempio di percorso proposto ai ragazzi è stato quello di programmare un robot che simulava il movimento di un treno, con la finalità di applicare concetti fisici-matematici ma anche quello della storia dei trasporti e dello sviluppo delle società.