Il prof. Riccardo Brugnera alla guida di GERDA

Riccardo Brugnera, professore ordinario dell’Università di Padova è il nuovo responsabile della collaborazione internazionale GERDA. Il prof Brugnera sarà quindi a capo dell’omonimo esperimento in corso ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS) dell’INFN.

“Da una parte sono onorato perché non è un posto di responsabilità che si prende facilmente – ha dichiarato il prof. Riccardo Brugnera ai nostri microfoni -. La seconda parte però è una grande paura di non riuscire a soddisfare le attese ed i compiti che questo tipo di lavoro comporta”.

Il prof Brugnera sarà quindi a capo di un team internazionale: “composto da 16 istituti scientifici europei, provenienti dall’Italia, dalla Germania, dalla Svizzera e dalla Polonia, ed è composto da circa 120 persone – ha continuato il prof. Brugnera -. L’esperimento GERDA si trova ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso e ricerca il doppio decadimento beta senza emissione di neutrini”

Ascolta l’intervista completa al prof. Riccardo Brugnera

L'ESPERIMENTO GERDA

Come riportato in una nota dell’INFN, “GERDA (GERnanium Detector Array) è un esperimento dedicato alla ricerca di un fenomeno rarissimo, ancora mai osservato: il doppio decadimento beta senza emissione di neutrini. Per le sue ricerche, GERDA utilizza un isotopo del Germanio, il 76Ge. Nel doppio decadimento beta senza neutrini avviene la simultanea trasformazione di due neutroni in due protoni e due elettroni. Non ci sono leptoni nello stato iniziale, ma ve ne sono due in quello finale. La sua osservazione pertanto mostrerebbe che il numero leptonico totale, una simmetria accidentale della teoria del Modello Standard, è violata dalla natura. Il processo pertanto ha la stessa importanza delle ricerche sulla violazione del numero barionico (il decadimento del protone, per esempio). L’interpretazione standard del decadimento lo vede mediato da neutrini massivi di Majorana: pertanto la sua osservazione proverebbe la natura di Majorana del neutrino e un metodo per determinare la massa assoluta dei neutrini.
GERDA si fonda su un concetto nuovo di rivelazione del doppio decadimento beta: i rivelatori a Germanio, arricchiti nell’isotopo doppio beta attivo 76, sono immersi “nudi” entro un criostato contenente argon liquido. Il sistema di sospensione dei rivelatori, i cavi di segnale e di alta tensione e l’elettronica sono stati scelti e costruiti in modo da minimizzare il loro contributo in termini di eventi di fondo (radioattività). Il criostato è a sua volta immerso in un grande serbatoio riempito di acqua ultrapura che serve da moderatore e assorbitore di neutroni e come rivelatore di raggi cosmici. Inoltre, tutta una serie di tagli basati sulla pulse shape discrimination, la lettura della luce di scintillazione dell’argon liquido e l’anticoincidenza tra rivelatori permette di ridurre fortemente gli eventi di fondo. Attualmente GERDA ha il fondo più basso nella regione attorno a dove dovrebbe trovarsi il segnale rispetto a tutti gli esperimenti che usano altri isotopi”.

© K. FREUND/University of Tübingen

Antonio Massariolo
Chi è Antonio Massariolo
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