Quando l’hip-hop si innamora degli anime

Se pensate al classico stereotipo dell’amante degli anime, la prima immagine che vi viene in mente è quella di un esaltato cosplayer che sta studiando giapponese appositamente per seguire i suoi show preferiti in lingua originale. Eppure la forma d’arte giapponese conta moltissimi fan anche fra i rapper più duri e tosti, come ha fatto notare Emma Finamore nel suo articolo pubblicato da I-D.

Prendete ad esempio Kanye West: nel 2007 pubblica il videoclip di Stronger, il singolo più famoso del suo terzo album Graduation. Oltre che per l’uso del sample proveniente da Harder, Better, Faster, Stronger dei Daft Punk, il videoclip divenne famosissimo in quanto esplicitò in maniera definitiva il grande amore che il rapper provava nei confronti del film Akira.

Akira-West

Il film del 1988 rappresentò un vero e proprio punto di svolta per l’animazione giapponese, suscitando un gran clamore anche nel mondo occidentale. Kanye fu estasiato dalla pellicola, tanto da includere moltissime citazioni al classico giapponese nel suo videoclip: si vedono le motociclette che lasciano scie luminose, macchinari futuristici praticamente identici a quelli utilizzati in Akira e addirittura una scena dove mr.West è nella stessa posa di Testuo, uno dei protagonisti dell’anime. Il rapper ha ribadito più volte il suo amore per il film in uno dei tweet più famosi, dove elevava Akira a miglior film di animazione, addirittura sopra la Città Incantata di Miyazaki.

Il beat del Samurai Afro

Sempre in quegli anni, RZA dei Wu-Tang Clan produsse la colonna sonora di Afro Samurai, una mini serie animata che pero’ comprendeva brani da favola, vantando addirittura la partecipazioni di Big Daddy Kane, Talib Kweli, Q-Tip e GZA. Una collaborazione che forse non stupisce, visto l’amore del Clan nei confronti della cultura giapponese e il curioso libro filosofico scritto intitolato il Tao di Wu, dove lo stesso RZA sostiene che gli anime rappresentino “il viaggio dell’uomo nero in America”.

L’Hip-Hop di Son Goku

Uno degli anime più citati è sicuramente Dragonball Z. Nella sua My Shine Childish Gambino dice: “Honestly, I’m rappin’ ’bout everything i go through / everything I’m sayin’, I’m super sayin’ like Goku.” Anche Frank Ocean si riferisce ad un personaggio ben preciso dell’universo di DBZ nel suo brano Pink Matter: “This great grey matter / sensei replied, what is your woman / is she just a container for the child / that soft pink matter / cotton candy Majin Buu.”

I fattori che uniscono hip-hop e anime in realtà sono moltissimi: il protagonista della storia di solito è un reietto o una persona non accettata dalla società che però scopre di essere speciale. Il bisogno di scappare dalla quotidianità ed esprimere il proprio pieno potenziale è comune tanto ad un pilota di Gundam quanto ad un giovane rapper di Compton. Per questo motivo molti artisti hip-hop tendono a rispecchiarsi in un medium e in una realtà che sembra distante anni luce da loro.

Lo stesso hip-hop americano è responsabile di aver influenzato molte serie giapponesi: il già citato Afro Samurai, Tokyo Tribes, Samurai Champloo, PaRappa the Rapper e anche il recente Devil Crybaby hanno dato vita ad un curioso amalgama di cultura americana e giapponese, unendo onigiri e beatboxing in una realtà urbana animata da cappelli da baseball e kimono tradizionali.

Tommaso Rocchi
Chi è Tommaso Rocchi
Avidissimo divoratore di musica (e di buona cucina in generale), qui in radio mi occupo della programmazione musicale e di scovare artisti che non avete ancora mai sentito nominare. Se cercate un consiglio musicale, sapete a chi potete chiedere!
Contatto: FacebookTwitter