Le storie dei migranti incontrano l’Università

“Sono omosessuale, non posso tornare in Gambia. Il governo del Gambia non accetta l’omosessualità. Quando lo scoprono ti uccidono”.

Inizia così la storia di Lamine, 20 anni, del Gambia. E ce ne sono molte altre: C’è Grace, 26 anni dalla Nigeria, che scappa perché gli assassini di suo marito le rubano ogni avere, compresi i terreni che erano di sua proprietà; c’è Bubacar, 30 anni dal Gambia, che scappa dal suo paese dove è ricercato per aver ripreso con la sua telecamera un pestaggio a opera della polizia; c’è Faith, 21 anni dalla Nigeria, che è perseguitata da un gruppo di fanatici che la minacciano di uccidere la sua famiglia se non diventerà la loro sicaria.

Foto di Daniela Martin

Nomi di fantasia, storie reali: sono le esperienze che hanno portato giovani uomini e donne a lasciare il loro Paese e tutto quello che avevano per partire e sbarcare in Italia dove oggi sono accolti. Sono queste le storie stampate sui fogli di carta che si sono ritrovati fra le mani gli studenti del corso di Sociologia del lavoro tenuto dal prof. Devi Sacchetto, docente di Sociologia presso l’Università degli Studi di Padova e in cui è stato chiesto di calarsi per qualche minuto della loro vita.

“La prima cosa che abbiamo fatto con gli studenti – ha dichiarato ai nostri microfoni Renèe Battistello del Gruppo Polis – è stato consegnare ad ogni ragazzo una storia. Ogni storia era di una persona che è accolta nella nostra struttura. Avevano tutti nomi di fantasia per tutelare la loro privacy ma le storie sono terribilmente vere”

Ascolta l’intervista completa a Renèe Battistello ⬇️

La lezione-seminario, un po’ anomala, è stata tenuta mercoledì 23 novembre, da alcuni professionisti di Gruppo Polis, realtà del sociale che opera da oltre 30 anni a Padova in vari ambiti, fra cui quello dei richiedenti asilo: Gruppo Polis attualmente ha 32 persone accolte in 4 centri di accoglienza. A raccontarne gli aspetti più tecnici, ma anche quelli più umani, sono Francesca Cimino (Centro Studi e Sviluppo di Gruppo Polis) e Andrea Rigobello (Responsabile dei servizi di accoglienza per i richiedenti asilo).

L’obiettivo della lezione è stato quello di fare un po’ di chiarezza sul fenomeno migratorio, conoscere la differenza tra i termini “rifugiato”, “profugo” e “richiedente asilo”, sapere qual è il lungo iter burocratico che devono seguire le persone accolte, da dove arrivano, quali sono i numeri reali e come funziona la grande macchina dell’accoglienza in Italia.

Foto di Daniela Martin

E così si scopre che la Germania è il paese con il più alto numero di nuove domande d’asilo nel 2015 (441.900), seguita dagli Stati Uniti (172.700) e Svezia (156.400).
Che l’Italia occupa il settimo posto al momento per domande d’asilo ricevute nel corso del 2015 (83.200)
Che l’Italia, rispetto anche ad altri stati europei, per molte persone rappresenta solo un paese di transito.
Che nel 2014 su 170.000 sbarcati, soltanto 68.000 hanno chiesto protezione in Italia.

Ma quello che emerge durante la lezione è anche una modalità di accoglienza che non corrisponde a quella dei grandi Hub, ma dove le persone sono chiamate per nome, dove si riescono a seguire in percorsi individuali per aiutarli in una maggiore integrazione con il territorio, dove viene praticata quella che prende il nome di microaccoglienza o accoglienza diffusa, come definito dalla “Carta della Buona Accoglienza” redatta dall’Alleanza delle Cooperative italiane con Anci e Ministero dell’interno e sottoscritta da Gruppo Polis nel 2016.

“Il seminario – ha osservato il prof. Devi Sacchetto – credo abbia aiutato gli studenti a confrontarsi con una realtà molto enfatizzata a livello mediatico ma che poi deve essere indagata a partire dalle storie di vita e di lavoro individuali e collettive. Evitare le generalizzazioni e analizzare le diverse situazioni penso possa aiutare gli studenti anche a sviluppare una maggiore consapevolezza della complessità che li circonda.”

Antonio Massariolo
Chi è Antonio Massariolo
Ho un progetto che parla di #mafialnord (http://www.109-96.it ), lavoro in radio @radiobue, scrivo su @veneziatoday e ho un canale telegram @lostrillone