La storia non raccontata degli Ebrei a Shanghai

Esiste una storia poco conosciuta ai più dietro alla diaspora degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale: stiamo parlando di quelle ventimila persone che dal 1938 hanno deciso di trovare rifugio dalle persecuzioni naziste in un zona della città di Shanghai, in Cina. Questa storia è raccontata nella mostra Gli Ebrei a Shanghai al museo della Padova ebraica, inaugurata il 14 gennaio e aperta al pubblico fino al 29 gennaio. L’idea di realizzare questa esposizione nasce dall’incontro tra lo stesso museo e l‘Istituto Confucio all’Università di Padova: per scoprire i dettagli dietro questa storia inedita, abbiamo intervistato il prof. Giorgio Picci, direttore dell’istituto.

Attraverso la conoscenza con un collega, lo studioso George Zames, il prof. Picci ha scoperto questa storia inedita: “Era di origine ebro-polacca ed è una storia quasi impossibile da descrivere. Il professor Zames – continua il direttore Picci – è nato a Lodz e quando i tedeschi hanno iniziato a invadere la Polonia era un bambino. La sua famiglia è fuggita e ha attraversato la Lituania, grazie al console giapponese a Kaunas che dava visti agli ebrei polacchi“.

L’arrivo degli ebrei nella città cinese, in realtà, è avvenuto in due modalità: la prima è stata resa possibile grazie all’aiuto del console giapponese, mentre la seconda è legata al nome di Ho Feng Shang, console cinese a Vienna che ha rilasciato migliaia di visti a ebrei europei per la Cina. “C’è stato un convegno a Eviàn nel 1938, dopo la Kristallnacht, si sono riunite 32 nazioni per risolvere il problema dei rifugiati ebrei. Si sono pronunciate tutte le nazioni in merito alla questione – racconta il professore – e gli unici paesi che hanno aperto le frontiere formalmente a questo problema sono stati Santo Domingo e Shanghai“.

Le fotografie e le testimonianze che si possono vedere nella mostra provengono, nella maggior parte, dalla collezione presente all’Istituto Confucio ma alcune foto sono state scattate dal prof. Picci durante il suo ultimo viaggio a Shanghai: “Sono stato lì a novembre e abbiamo creato alcuni pannelli. Abbiamo documentato alcune novità costruite di recente: oggi in Cina c’è una riscoperta di cose antiche. Nel regine di Mao, per esempio, la vecchia sinagoga è stata trasformata in un ospedale psichiatrico; grazie anche ai fondi provenienti da Israele, è stata recuperata e costruito anche il museo“.

ISTITUTO CONFUCIO ALL'UNIVERSITÀ DI PADOVA

L’Istituto Confucio (in caratteri cinesi semplificati 孔子学院) è un’istituzione creata dal governo cinese per diffondere e promuovere la lingua e la cultura cinese in tutto il mondo, con insegnanti madrelingua inviati nei vari Istituti Confucio affiliati. È finalizzato a incrementare la comprensione della lingua e della cultura cinese, nell’approfondire l’amicizia tra la Cina e il resto del mondo e nel promuovere la diversità di culture nel mondo.  L’Istituto Confucio di Padova nasce come emanazione dell’Istituto Confucio di Pechino e in collaborazione fra l’Università degli Studi di Padova e quella di Guangzhou, terza città della Cina.

La sua attività consiste nell’organizzazione di corsi di lingua cinese di ogni livello, ma anche la promozione della cultura cinese in tutti i suoi aspetti attraverso l’organizzazione di eventi.