Japandroids @ Parco della Musica, 6 giugno 2017

“Oh pazzesco, questi qui al Primavera tirano su masse di folle urlanti, mentre qui a Padova siamo in quattro gatti”.

Primo commento e prima considerazione sentita appena arrivati al Parco della Musica. In effetti i Japandroids, per quanto il nome non suggerisca granché, sono un band fenomenale. Attivi dal 2006, la band dei canadesi Brian King e David Prowse e una delle poche formazioni a dare un senso alla parola rock nel 2017. Perché ormai è sempre più difficile trovare un gruppo in grado di non cadere nei classici cliché della musica suonata con la chitarra elettrica, di non sembrare datato anche sei i membri hanno meno di trent’anni. I Japandroids sono riusciti a trovare la loro formula, fatta dalla velocità del punk e dalla monumentalità del rock anni ’70, corredata da cori da stadio adatti a tutti, anche a chi non conosce le parole.

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E forse è stata questa la piccola delusione nel sentire i due canadesi dal vivo. Dagli album in studio, si percepisce un suono compatto, monumentale: un risultato che per forza di cose è difficile da replicare in live, essendo solamente in due sul palco. La mia impressione personale è perciò stata di un live piuttosto scarico dal punto di vista audio, complice anche la partenza un po’ fiacca (ci sono volute più o meno tre canzoni per sistemare i livelli) con la voce di Brian molto bassa rispetto all’insieme. Ma nonostante questo, i ragazzi hanno dato tutto.

Dai brani provenienti dall’ultimo album Near To The Wild Heart of Life fino agli ormai “classici” di Celebration Rock, i Japandroids non si sono risparmiati, trascinando il (poco) pubblico con la loro energia e la loro attitudine. C’è stata anche una scena bellissima, al termine del brano True Love And A Free Life Of Free Will:

Ci spiace … C’è qualcuno che ama particolarmente questa canzone? Tu in ultima fila? Allora rifacciamo il finale solo per te, perché la chiusura era veramente schifosa! Prima volta che facciamo una cosa del genere!

E niente, è stata una scena molto divertente. È un piccolo segno di umiltà e di amore per i propri fan, ai quali hanno voluto dare il meglio di loro e della propria musica. Grazie ragazzi, cercate di passare più spesso in Italia.

Tommaso Rocchi
Chi è Tommaso Rocchi
Avidissimo divoratore di musica (e di buona cucina in generale), qui in radio mi occupo della programmazione musicale e di scovare artisti che non avete ancora mai sentito nominare. Se cercate un consiglio musicale, sapete a chi potete chiedere!
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