In viaggio con i Corpi Civili di Pace

Prendersi un periodo sabbatico per investire una parte della propria vita nell’aiutare gli altri è sempre una scelta che non si può non considerarsi nobile. Fino a venerdì 10 febbraio, per chi vuole “mollare tutto e partire” c’è la possibilità di partecipare al bando per uno dei progetti dei Corpi Civili di Pace.

I posti disponibili per i volontari sono 106, di cui 82 all’estero e 24 in Italia. Mentre nel nostro Paese i progetti dei Corpi Civili di Pace sono quasi tutti racchiusi nella zona della Terra dei fuochi (tranne 4 posti che possono essere assegnati all’Arci in un progetto denominato “Genova e il rischio idrogeologico: prevenzione e gestione dei conflitti”), i volontari che vorranno provare ad andare all’estero potranno contare sui progetti più disparati.

Dall’aiuto umanitario in Libano con la Fondazione Avsi alla gestione del post terremoto di Haiti, dai progetti in est Europa fino a quelli in Bolivia, Beirut e Colombia.

Per partecipare basta scegliere il progetto di interesse (qui l’elenco completo) e spedire la domanda di ammissione con la relativa documentazione all’Ente che realizza il progetto prescelto entro le ore 14:00 del giorno 10 febbraio 2017.

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CORPI CIVILI DI PACE

Come riportato nel sito del Servizio Civile Nazionale, il progetto del Corpi Civili di Pace, “nel 2011, nell’ambito del Servizio Civile Nazionale, è stato realizzato in Albania il progetto sperimentale di ricomposizione dei conflitti: “Caschi Bianchi oltre le vendette”, promosso congiuntamente dal Centro di Ateneo per i Diritti Umani e dal Servizio Valorizzazione del personale dell’Università di Padova, dall’Associazione “Comunità Papa Giovanni XXIII, da Caritas italiana e dalla FOCSIV, in collaborazione con la Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile (CNESC). Questo progetto, unitamente ad alcune esperienze tedesche e argentine, ha rappresentato l’unica esperienza concreta di costruzione della pace in Europa.

L’intervento dei Corpi Civili di Pace sarà realizzato in vari campi di azione:

a) sostegno ai processi di democratizzazione, di mediazione e di riconciliazione;

b) sostegno alle capacità operative e tecniche della società civile locale, anche tramite l’attivazione di reti tra persone, organizzazioni e istituzioni, per la risoluzione dei conflitti;

c) monitoraggio del rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario;

d) attività umanitarie, inclusi il sostegno a profughi, sfollati e migranti, il reinserimento sociale degli ex-combattenti, la facilitazione dei rapporti tra le comunità residenti e i profughi, sfollati e migranti giunti nel medesimo territorio;

e) educazione alla pace;

f) sostegno alla popolazione civile che fronteggia emergenze ambientali, nella prevenzione e gestione dei conflitti generati da tali emergenze.

Questo modello sperimentale si propone l’obiettivo di ricercare soluzioni alternative all’uso della forza militare per la risoluzione dei conflitti. Competenze, capacità e sensibilità particolari, che non mancheranno ai giovani che sceglieranno di impegnarsi su “nuovi fronti”, saranno anche sviluppate da una formazione mirata e qualificata, appositamente prevista dal decreto interministeriale”.

Antonio Massariolo
Chi è Antonio Massariolo
Ho un progetto che parla di #mafialnord (http://www.109-96.it ), lavoro in radio @radiobue, scrivo su @veneziatoday e ho un canale telegram @lostrillone