Il nuovo Pop se ne frega della teoria musicale

La musica è cambiata radicalmente negli ultimi anni, non solo nell’estetica e nello stile ma anche nelle sue “fondamenta” (come sollevato da Soundfly). A quelli che sono proprio digiuni di teoria musicale, basti pensare che l’intera musica occidentale si basa su specifici rapporti di accordi con la tonica, ovvero la nota o suono centrale del brano.

Le progressioni armoniche sono così strutturate sulla base delle loro relazioni con la tonica: uno dei gradi più importanti è quello della dominante, ovvero l’accordo di quinta, che possiede la qualità di creare tensione e che in quanto tale deve “risolversi” su di un accordo che dia quiete e stabilità. La più classica (e corretta) delle progressioni è IV-V-I: è regola basilare utilizzate da tutti, da Beethoven a Elvis Presley.

La musica pop del 2017 sembra essersi completamente dimenticata di queste regole basilari: la quinta maggiore sembra essere andata in pensione, e gli autori usano altri stratagemmi nello scrivere le loro canzoni da classifica.

Ad esempio in Passionfruit, Drake utilizza accordi modali (Mi maj7 – Do# min7 – Si maj7 – Sol# min7 – Re# min7) che per la teoria musicale non hanno una precisa funzione armonica ma si limitano a “girovagare” nel brano. Qui invece costituisco l’ossatura del brano. A questo si aggiunge l’iconico arpeggio iniziale, non formato da triadi (l’ultima nota è sempre un Do#, quindi un sesto grado).

Kendrick Lamar risulta invece molto più subdolo. Nel suo ultimo album DAMN, il rapper di Compton usa delle progressioni basate sulla VI bemolle-V-I. La vera questione è che nelle sue basi non ci sono dei veri strumenti che esprimano gli accordi nelle loro componenti, quindi sentiamo solo la fondamentale: si genera così un’illusione, dato che avendo poche informazioni in termini di armonia il nostro cervello fa fatica ad elaborare quale sia il vero centro tonale del brano. Per questo la progressione VI bemolle-V-I risulta poco “chiara” soprattutto finché suona il tema al pianoforte di HUMBLE, costruito sul modo frigio.

Anche Calvin Harris pare essersi stancato delle progressioni standardizzate: nella sua Slide non ci sono accordi maggiori di V, per questo il brano sembra oscillare senza una direzione precisa. Sicuramente una ragione per cui il brano è stato intitolato così.

Anche Ed Sheeran salta a piedi pari la dominante. In Shape of You la struttura del ritornello è I-IV-VI-VII-I, escludendo qualsiasi possibilità di una progressione armonica “classica”.

Ma quindi, è così grave che al momento la musica pop non rispetti le basi della teoria musicale? Decisamente no, visto che tutte le canzoni sopra menzionate funzionano alla grande. Semplicemente si è arrivati in un periodo storico in cui la classica progressione IV-V-I per quanto sicura ed affermata risulta essere anche abusata e quindi noiosa; è perciò normale che molti autori utilizzino nuovi tipi di progressione armonica per i loro brani. Siamo arrivati al punto tale che il linguaggio della teoria musicale non si è adeguato alla contemporaneità, lasciando sguarnite di espressioni specifiche alcuni tipi di progressioni che si stanno affermando sempre di più nell’era moderna.

Chissà se nei prossimi anni ci sarà un Kendrick Lamar come esame di solfeggio al conservatorio.

 

Tommaso Rocchi
Chi è Tommaso Rocchi
Avidissimo divoratore di musica (e di buona cucina in generale), qui in radio mi occupo della programmazione musicale e di scovare artisti che non avete ancora mai sentito nominare. Se cercate un consiglio musicale, sapete a chi potete chiedere!
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