“L’Italia è fondamentale per Exomars”

“L’Italia ha avuto un ruolo fondamentale perché è tutta tecnologia italiana -ha dichiarato ai nostri microfoni il prof. Stefano Debei, direttore del CISAS (Centro di ateneo di studi e attività spaziali Giuseppe Colombo) –. Per l’atterraggio ci sarà una tecnologia nuova, diversa da quella dei dispositivi della NASA. Date le dimensioni non si sarebbe potuti atterrare con gli airbag e quindi atterrerà dissipando l’energia dell’urto con una struttura che si deforma e con dei retrorazzi che rallenteranno negli ultimi metri la discesa, dopo aver utilizzato anche il paracadute”.

Ascolta l’intervista completa al prof. Stefano Debei ⬇️

IL CONTRIBUTO DELL'UNIPD

L’Università di Padova è stata fondamentale per due motivi – ha dichiarato ai nostri microfoni il prof. Stefano Debei, direttore del CISAS (Centro di ateneo di studi e attività spaziali Giuseppe Colombo) –: il primo è Amelia, il secondo è Dreams

LEGGI COME L’UNIPD HA CONTRIBUITO ALLA MISSIONE EXOMARS

LA MISSIONE EXOMARS

La missione ExoMars è nata dalla collaborazione tra l’ESA, cioè l’agenzia spaziale europea e la Roscosmos, cioè l’agenzia spaziale russa. L’obiettivo comune è quello di reperire più informazioni possibili sul pianeta rosso in modo tale da poter pensare ad un atterraggio dell’uomo su Marte.

IL PROF. STEFANO DEBEI SPIEGA CHE COS’È LA MISSIONE EXOMARS

IL LANDER GIOVANNI SCHIAPARELLI

Il lander della missione ExoMars è dedicato a Giovanni Schiaparelli. Schiaparelli è stato un astronomo italiano nato nel 1835, oltre ad essere stato anche senatore del Regno d’Italia, membro dell’Accademia dei Lincei, dell’Accademia delle Scienze di Torino e del Regio Istituto Lombardo.

L’ESA e la Roscosmos hanno decido di dedicare il lander a Giovanni Schiaparelli proprio perché l’astronomo fu l’autore della prima mappa del pianeta rosso. Schiaparelli infatti, nel 1877, dal cinquecentesco palazzo di Brera a Milano, iniziò una sistematica osservazione del pianeta.

Grazie al suo telescopio l’astronomo fu in grado di osservare alcune linee che assomigliavano a dei canali. La teoria dei canali di Marte fu poi interpretata in diversi modi, fino a pensare che fossero frutto di un attività artificiale e che quindi il pianeta rosso fosse abitato da forme di vita intelligenti. Questa teoria naturalmente fu poi accantonata, ma il contributo dato dall’astronomo italiano fu comunque di fondamentale importanza per tutte le le osservazioni successive del pianeta Marte.

Antonio Massariolo
Chi è Antonio Massariolo
Ho un progetto che parla di #mafialnord (http://www.109-96.it ), lavoro in radio @radiobue, scrivo su @veneziatoday e ho un canale telegram @lostrillone

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