Studenti italiani in Erasmus: come votare alle elezioni politiche 2018

Tra poco più di un mese apriremo le schede elettorali e voteremo per rinnovare i seggi al Parlamento: il 4 marzo 2018 è una data importante anche perché si introduce la nuova legge elettorale, approvata lo scorso novembre e conosciuta come Rosatellum, dal nome del capogruppo del PD Ettore Rosato che l’ha presentata.

L’introduzione del sistema misto, sia proporzionale che maggioritario previsto dalla nuova legge, è considerato da molti elettori molto complicato. Vediamo cosa prevede: sia per la Camera che per il Senato, i seggi vengono assegnati in due modalità diverse ma collegate. La prima è attraverso il collegio uninominale: in Italia esistono 232 collegi per la Camera e 116 per il Senato, rientrando nelle circoscrizioni elettorali e territoriali di ciascuna Camera. I collegi sono divisi in base alla popolazione presente in un determinato territorio e ogni lista o coalizione può presentare un singolo candidato all’interno di questi: chi riceverà più voti in un collegio avrà il seggio.

Questa modalità serve per eleggere solamente 1/3 dei seggi presenti nelle due Camere, mentre i restanti 2/3 sono eletti attraverso il sistema proporzionale o collegi plurinominali: ogni coalizione o lista, oltre a presentare il proprio candidato uninominale, propone agli elettori una serie di rappresentati per ogni partito che si divideranno i seggi rimasti a livello nazionale in modo proporzionale, sulla base dei voti ricevuti.

LA SCHEDA ELETTORALE E LE MODALITÀ DI VOTO

La scheda elettorale, una per la Camera dei Deputati e una per il Senato (per chi ha più di 25 anni), conterrà diversi rettangoli in cui sarà scritto il candidato per il collegio uninominale, sotto a questi è presente la lista o la coalizione di partiti che supportano il candidato e concorrono all’elezione per il sistema proporzionale. Il proprio voto può essere espresso in due modi:

  • segnando la propria preferenza per un candidato al collegio nominale oppure per un solo partito per il collegio plurinominale (in questo caso l’assegnazione del voto al collegio uninominale è automatica in base al candidato presentato dalla coalizione o partito);
  • segnando la propria preferenza sia per il collegio nominale che per quello plurinominale: i due segni devono appartenere alla stessa area. In questa legge, infatti, non è previsto il voto disgiunto, cioè dare la propria preferenza a un candidato e a una lista che non appartengono alla stessa coalizione di partiti, pena l’annullamento della scheda.

Il Rosatellum, inoltre, prevede che si possa esprimere la propria preferenza per i collegi plurinominali solamente per il partito e non per i singoli candidati.

IL VOTO PER GLI STUDENTI ALL'ESTERO

È possibile esprimere il proprio voto anche se ci si trova temporaneamente all’estero per motivi di lavoro, studio o cure mediche: entro il 31 gennaio 2018 bisogna presentare la “domanda di opzione” al proprio Comune d’iscrizione nelle liste elettorali. La trasmissione può avvenire via posta, fax, posta elettronica (certificata e non) oppure a mano anche da una persona diversa dall’interessato. Possono partecipare a questa modalità di voto tutti coloro che risiedono per un periodo superiore ai tre mesi in un Paese estero.

Nel modello da presentare bisogna riportare sia l’indicazione dell’ufficio consolare di competenza, sia l’indirizzo postale estero in cui arriverà il plico elettorale, oltre alla motivazione del proprio soggiorno all’estero. Eventuali informazioni sono disponibili nel sito del ministero degli Esteri.

Per ulteriori informazioni si consiglia di consultare il sito del ministero degli Interni