Al via la missione PLATO: i suoi 26 occhi sono padovani

La missione Plato è stata adottata ufficialmente nel programma scientifico dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), ed entra nella sua fase di realizzazione”, questo quanto definito a Madrid durante l’incontro dell’Esa Science Program Committee. Sono padovani i 26 “occhi” di Plato, i telescopi progettati dai ricercatori dell’Inaf Osservatorio guidati dal prof. Roberto Ragazzoni, che andranno a caccia di esopianeti grazie al loro enorme campo visivo che permetterà di osservare per la prima volta contemporaneamente immense zone di cielo. Questi occhi saranno realizzati nei laboratori della Leonardo di Firenze in collaborazione con l’Università di Berna, la TAS Italia e Medialario.

“Ero a Stoccolma assieme a tutto il gruppo europeo che si occupa di questo satellite – ha dichiarato il prof. Roberto Ragazzoni ai nostri microfoni -. Noi a Padova ci occupiamo della costruzione dei telescopi e della stesura del catalogo dal quale poi verranno selezionate le stelle che verranno studiate da questo telescopio. L’obiettivo della missione quindi è di catalogare, scoprire, caratterizzare e misurare con grande precisione i pianeti fuori dal nostro sistema solare attorno a stelle brillanti e relativamente vicine”.

“La missione dovrebbe essere lanciata nel 2026 – ha continuato il professore -, probabilmente a bordo di un Soyuz, che sono i razzi dell’ex Unione Sovietica ma con strumentazione europea. Dopo diversi giorni di crociera arriverà  in orbita intorno al sole e starà a una distanza abbastanza fissa rispetto alla Terra, in modo da comunicare ma non avere il disturbo della nostra Terra nel campo di vista. Plato scatterà una foto di una grande frazione di cielo ogni 20 secondi, per circa 4 anni”.

“L’adoption di Plato – ha dichiarato in una nota il prof. Gianpaolo Piotto del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Padova – è il coronamento finale di uno sforzo di progettazione e preparazione della missione iniziato più di dieci anni fa, che ha visto Padova protagonista fin dall’inizio grazie ai 26 telescopi realizzati qui, e grazie anche alla selezione del milione circa di stelle, attorno al quale verranno cercati i transiti dei candidati esopianeti, che è stata realizzata sotto la mia diretta supervisione. Ora inizia la costruzione del satellite e contiamo di essere pronti per il 2026″.

Una volta lanciato, Plato sorveglierà quindi un milione di stelle per più di 4 anni e sarà in grado di individuare fra queste quelle con le caratteristiche – dimensione, temperatura, composizione – adatte ad ospitare pianeti che potenzialmente possano portare allo sviluppo della vita.

Antonio Massariolo
Chi è Antonio Massariolo
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