Al MUSME lo “scheletro vivo” di Achille Funi

Sabato 8 aprile il MUSME di Padova svela al pubblico la presenza di un nuovo ospite all’interno della sua ricca collezione, visitata nel 2016 da oltre 50.000 persone: il cartone preparatorio di parte dell’affresco della Sala della Medicina dell’Università di Padova a Palazzo del Bo, lo “scheletro vivo” di Achille Funi.

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IL MUSEO DI STORIA DELLA MEDICINA

Inaugurato il 5 giugno 2015, è considerato un’eccellenza a livello nazionale. Si tratta di un museo di nuova generazione che racconta, con linguaggio rigoroso ma accattivante, lo straordinario percorso della Medicina da disciplina antica a scienza moderna, con particolare attenzione alla storia della Scuola medica padovana. In equilibrio tra passato e futuro, il MUSME rivoluziona il concetto di Museo scientifico, coniugando Storia e Tecnologia. Incrocio tra una tradizionale collezione di reperti e un moderno Science Centre, fonde e rinnova gli approcci museali e riesce a conquistare tutti, proponendo un percorso espositivo che si adatta al visitatore: dalla narrazione giocosa per i più piccoli all’approfondimento per gli studiosi.

L’edificio dove oggi è ospitato il MUSME, fu il primo ospedale cittadino, costruito nel 1414 per volontà dei coniugi Sibilia de’ Cetto e Baldo Bonafari e attivo fino al 1798, quando fu inaugurato l’Ospedale Giustinianeo. Nella seconda metà del ‘500 fu in questi locali che, per la prima volta in assoluto, gli studenti di Medicina iniziarono a imparare la pratica clinica direttamente al letto dei malati, gettando le basi del moderno approccio didattico in Medicina.

ACHILLE FUNI

Ferrara, 1890 – Appiano Gentile/Co, 1972

Frequenta a Ferrara la Scuola municipale d’arte Dosso Dossi, e segue contemporaneamente gli insegnamenti privati del pittore Nicola Laurenti. Dal 1906 al 1910 studia all’Accademia di Brera a Milano. In città stringe rapporti di amicizia con Carrà, Dudreville, Chiattone e Sant’Elia e si avvicina al linguaggio futurista, pur conservando un gusto marcatamente plastico individuabile in opere come Uomo che scende dal tram (1913-14). Nel gennaio 1920 firma il Manifesto contro i tutti i ritorni in pittura, mentre risale a ottobre dello stesso anno la prima mostra personale presso la nuova Galleria Arte di Milano. Nel 1922, insieme a Bucci, Dudreville, Malerba, Marussig, Oppi e Sironi, fonda il Gruppo Novecento sostenuto da Margherita Sarfatti e dal gallerista Lino Pesaro. Due anni più tardi è presente alla Biennale d’Arte di Venezia. Dai primi anni trenta Funi si dedica alla pittura ad affresco: nel 1933 sottoscrive il Manifesto della pittura murale insieme a Campigli e Carrà e si impegna in cicli decorativi per sedi pubbliche e religiose, (Sala della Consulta del Palazzo Comunale di Ferrara, 1937; Santuario dei Padri Paolotti, Rimini). Nel 1939 l’Accademia di Brera istituisce per lui la cattedra di Affresco, mentre nel 1945 ottiene a Bergamo la cattedra di Pittura e, successivamente, la reggenza dell’Accademia Carrara. A partire dagli anni sessanta recupera la pittura su tela, privilegiando il genere paesaggistico. Muore ad Appiano Gentile (Co) il 26 luglio 1972.

Sabato 8 aprile 2017

Il programma completo sul sito del MUSME

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