Addio all’esclusiva SIAE: dal 2018 ci sarà il libero mercato

La SIAE è la proverbiale spina nel fianco di moltissimi musicisti, gestori di locali e più in generale di chi lavora con la musica. Un organismo con il quale si è obbligati a rapportarsi anche se spesso le dinamiche non sono proprio cristalline, che negli anni è stato accusato di poca chiarezza e solamente nell’ultimo periodo è riuscito ad aggiornarsi al nuovo millennio, permettendo la compilazione delle laboriose pratiche online.

Bruxelles però si è fatta sentire, obbligando di fatto lo stato italiano a mettersi in regola con la direttiva europea del 2014, volta a liberalizzare il mercato del collecting del diritto d’autore. Il ministero dei Beni culturali inserirà in legge di bilancio una proposta di modifica del decreto legislativo 15 marzo 2017 n. 35 che recepisce la direttiva Barnier dell’Unione Europea, eliminando l’esclusività della Società italiana degli autori ed editori dal campo del diritto d’autore.

Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, il primo gennaio 2018 sancirà il termine dell’esclusiva SIAE: potranno nascere nuove agenzie di collecting del diritto d’autore, purché risultino enti non a scopo di lucro. Inoltre l’attività di intermediazione potrà essere aperta agli organismi di gestione collettiva (Ogc) degli altri Stati membri dell’Unione Europea. Per le entità di gestione indipendente (Egi) come Soundreef sarà invece necessario stringere accordi con una Ogc o addirittura associarsi ad una di esse per poter continuare ad operare sul territorio italiano. Viene ribadito più volte che  “gli organismi di gestione collettiva devono  fondarsi e operare sulla base di criteri oggettivi, trasparenti e non discriminatori“.

Si tratta di una manovra molto importante in termine del diritto d’autore: ora ogni musicista potrà scegliere presso quale organizzazione depositare le proprie opere, basandosi sulla retribuzione o il trattamento dei propri diritti garantiti dalla società. Se questo rappresenta un gran guadagno per i musicisti in termini di scelta, restano ancora da chiarire che cambiamenti ci saranno in termini pratici.

Ad esempio, andrà ancora fatto il borderò? Se ne dovrà compilare uno per ogni ente che si occuperà del diritto d’autore o basterà un unico modulo? Chi si occuperà di suddividere gli artisti e proventi? Ma soprattutto, chi pagherà e quanto si dovrà pagare? Toccherà scoprirlo nei prossimi mesi, sperando di non passare dalla padella alla brace.

Tommaso Rocchi
Chi è Tommaso Rocchi
Avidissimo divoratore di musica (e di buona cucina in generale), qui in radio mi occupo della programmazione musicale e di scovare artisti che non avete ancora mai sentito nominare. Se cercate un consiglio musicale, sapete a chi potete chiedere!
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